Uscita per l’inferno racconta la storia di Bart Dawes, un uomo comune, impiegato in una lavanderia industriale, la Laundromat. La sua esistenza è segnata da una tragedia personale: la morte del figlio per un tumore cerebrale. Quando viene annunciata la costruzione di una nuova autostrada – la Statale 784 – che passerà proprio sopra casa sua e distruggerà anche l’edificio della lavanderia, la vita di Bart comincia a sgretolarsi.
Incapace di accettare i cambiamenti imposti da una burocrazia spietata e impersonale, Bart si rifiuta di vendere la sua casa e inizia a perdere progressivamente ogni punto di riferimento. Si allontana dalla moglie, perde il lavoro e comincia una lenta discesa nella paranoia e nella follia. Entra in contatto con ambienti criminali, costruisce esplosivi artigianali, compie atti di vandalismo e stringe un legame ambiguo con una giovane autostoppista, Olivia.
Nel tentativo disperato di opporsi al sistema e di dare un senso alla propria sofferenza, Bart si barrica in casa, deciso a resistere fino all’ultimo giorno utile per lo sgombero, il 20 gennaio 1974. In quel momento culminante, il romanzo esplode in un finale cupo e drammatico, specchio della rabbia e della disperazione di un uomo che ha perso tutto.
Uscita per l’inferno, scritto sotto lo pseudonimo di Richard Bachman, è uno dei romanzi più realistici di Stephen King. Non c’è soprannaturale, ma un dramma profondamente umano, che affronta temi come il dolore, l’alienazione, la resistenza al cambiamento e la follia. È un’opera cruda, intensa, che mostra il lato oscuro della società e il prezzo devastante della modernizzazione forzata.