«Considera chi siamo e cosa no
Cosa non più, diresti tu
correggendomi sottovoce
e cosa volevamo diventare.
Speculari, pronosticavi.
Adesso però considera lo strano
e notevole ruolo della mano
nel discorso. Sei sempre e solo tu
a mimare cronofasi e ferite
nella nostra cronologia.»
«Tormenti della cattività», che deve la sua ispirazione più profonda alla poesia di Vittorio Sereni e a quella di Attilio Bertolucci, racconta ciò che nella vita di ogni giorno si oppone, più o meno duramente, al desiderio di libertà. Ognuno, sembra dire l’autore, affronta le diverse condizioni della propria esistenza – la memoria e l’erotismo, il lavoro e perfino la morte – con fatica, spesso con insofferenza. E a volte aspira a tagliare i legacci che lo costringono.