“Malone muore” è un fondamentale punto di svolta nella narrativa di Beckett. Da un lato è l’ultima prova di una narrazione centrata su un personaggio ancora in qualche modo romanzesco (Malone buon ultimo dopo i vari Murphy, Mercier, Molloy, Moran), dall’altro è già la liquidazione di quel modello, un post-romanzo che si costruisce intorno a un’assenza, a un’attesa indefinita e infinita, dove il soggetto non ha più alcuna identità. Le storie che Malone immagina nell’attesa di morire si confondono tra loro, i personaggi si sovrappongono, l’autore e il lettore svaniscono in quell'”unico grande ronzio continuo” che è la strana, buffa e tragica condizione della vita. Prefazione di Gabriele Frasca.
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