In un mosaico di ricordi vividi e profondi, Canetti ricostruisce il mondo multiculturale della sua infanzia: un crocevia di lingue, religioni e identità che lo ha segnato per sempre. L’autore descrive con sensibilità e lucidità le figure familiari — soprattutto la madre, colta e severa — e gli eventi chiave che hanno plasmato la sua mente e la sua vocazione letteraria.
Il titolo, La lingua salvata, fa riferimento al ruolo decisivo della parola e della lingua nella vita dell’autore: Canetti scopre presto la potenza del linguaggio come mezzo di conoscenza, di resistenza e di identità. In un’epoca segnata da guerre e sconvolgimenti politici, la parola scritta diventa per lui una forma di salvezza.
Questo libro non è solo un’autobiografia, ma anche un’opera letteraria di grande eleganza, densa di riflessioni sulla memoria, la cultura e l’Europa del primo Novecento. Una testimonianza unica e profondamente umana di un grande osservatore del suo tempo.