Gerusalemme, inizio degli anni Sessanta. In un quartiere popolare vive Aharon, il bambino amato da tutti. Aharon che è l’idolo dei compagni perché ha sempre in testa idee fantasiose e sa fare trucchi stravaganti come il mago Houdini. Aharon che a un certo punto smette di crescere, tradito dal suo fisico esercitato senza posa ai trucchi più improbabili. Ma se il suo corpo rimane fermo e lo ostacola con tutta la crudeltà dell’adolescenza, il mondo attorno a lui è in fermento. I suoi coetanei cambiano, scoprono universi nuovi, l’invadente sfera della sessualità preme. Aharon però rimane distante, estraneo a loro e alla realtà degli adulti che lo colpisce con una volgarità che stenta a descrivere. Si rifugia così nel suo mondo interiore, dove le parole sono immutabili e pure… “Il libro della grammatica interiore” non è solo un romanzo intenso e poetico sul passaggio dall’infanzia all’adolescenza, un formidabile autoritratto dell'”artista da giovane”, ma è anche la profetica metafora di un paese e di una società che sotto la forza nascondono la fragile vulnerabilità dei propri individui.
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