Il racconto trae lo spunto dall’omicidio di Accursio Miraglia, un sindacalista comunista, avvenuto a Sciacca nel gennaio del 1947 ad opera della mafia. Sciascia aveva già iniziato a scrivere di mafia nel 1957 recensendo il libro di Renato Candida, comandante dei carabinieri ad Agrigento, al quale l’autore si ispira per il personaggio, protagonista del romanzo, Bellodi. La prima edizione venne anticipata sulla Rivista ”Mondo Nuovo” del 9 ottobre 1960 e la prima edizione comparve con una ”Nota” che dichiarava la verità sottintesa alla finzione del romanzo scritta in una libertà non piena ma significativa nei confronti di una letteratura che fino a quel momento aveva fornito della mafia una rappresentazione apologetica e di una società che, negli organi politici e d’informazione, ne negava addirittura l’esistenza.
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