“Enrico IV” è un dramma in tre atti scritto da Luigi Pirandello nel 1921 e rappresentato per la prima volta al Teatro Manzoni di Milano nel 1922. Considerata una delle sue opere teatrali più significative, l’opera esplora profondamente i temi dell’identità, della follia e del confine tra realtà e finzione.
Il protagonista, un giovane aristocratico italiano, durante una cavalcata in costume nei panni dell’imperatore Enrico IV del Sacro Romano Impero, cade da cavallo e batte la testa. A seguito dell’incidente, sviluppa una forma di follia che lo porta a credere di essere realmente l’imperatore. Per dodici anni, la sua famiglia e i servitori assecondano questa convinzione, trasformando la sua residenza in una corte medievale per mantenere l’illusione.
Dopo dodici anni, l’uomo riacquista la lucidità, rendendosi conto del tempo perduto e delle trasformazioni avvenute nel mondo esterno. Tuttavia, decide di continuare a fingere la pazzia per evitare il dolore della realtà e le convenzioni sociali che non riconosce più come proprie. La situazione si complica ulteriormente quando la sua ex amata, Matilde Spina, il suo rivale in amore, Tito Belcredi, e altri personaggi del passato tornano nella sua vita, portando a un climax drammatico che mette in discussione la linea sottile tra sanità e follia.
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