« Che aveva costei da gridare tanto forte a quell’ora, così presto, quando uno non era ancora del tutto sveglio? Giusto, le aveva promesso un libro. Per lei non si poteva prendere in considerazione altro che un romanzo. Non che dai romanzi la mente tragga molto nutrimento. Il piacere che forse offrono lo si paga a carissimo prezzo: essi finiscono per guastare anche il carattere più solido. Ci si abitua a immedesimarsi in chicchessia. Si prende gusto al continuo mutare delle situazioni. Ci s’identifica con i personaggi che piacciono di più. Si arriva a capire qualunque atteggiamento. Ci si lascia guidare docilmente verso le mete altrui e per lungo tempo si perdono di vista le proprie. I romanzi sono dei cunei che un attore con una penna in mano insinua nella compatta personalità dei suoi lettori. Quanto più precisamente egli saprà calcolare la forza di penetrazione del cuneo e la resistenza che gli verrà opposta, tanto più ampia sarà la spaccatura che rimarrà nella personalità del lettore. I romanzi dovrebbero essere proibiti per legge. »
Auto da fè (titolo originale Die Blendung, 1935) è l’unico, potente romanzo dello scrittore bulgaro insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1981.