La biblioteca si arricchisce di due opere di Goliarda Sapienza, una delle scrittrici più originali e coraggiose del Novecento italiano. La sua vita e la sua scrittura sono un inno alla libertà: libertà di pensiero, di parola, di corpo e di emozione.

Nata a Catania nel 1924, Goliarda crebbe in una famiglia socialista e antifascista: il padre Peppino era sindacalista, la madre Maria Giudice fu una delle prime donne a dirigere la Camera del Lavoro di Torino. Questo ambiente segnò profondamente la giovane Sapienza, che fin da bambina respirò un clima di impegno politico, emancipazione e pensiero critico.

Trasferitasi a Roma, studiò recitazione all’Accademia d’Arte Drammatica, lavorando come attrice teatrale e cinematografica negli anni ’40 e ’50. Ma fu la scrittura, più della scena, a diventare la sua vera vocazione: un modo per interrogare se stessa e la società, senza mai rinunciare alla sincerità e alla complessità.

Negli anni la sua vita attraversò momenti difficili — la depressione, l’esperienza del carcere, la povertà — che divennero parte integrante della sua produzione letteraria. Solo dopo la sua morte, nel 1996, la critica e il pubblico hanno riscoperto il suo valore grazie alla pubblicazione postuma de L’arte della gioia, oggi considerato un capolavoro della letteratura del Novecento.

Le opere di Goliarda Sapienza ci parlano ancora oggi con una forza sorprendente: raccontano donne che cercano la propria verità, che lottano contro le regole imposte, che amano senza paura e che non si vergognano di essere se stesse.

L’università di Rebibbia è un testo autobiografico, Sapienza racconta la sua esperienza nel carcere romano di Rebibbia, dove fu detenuta dopo un furto. Lontano dall’essere solo un racconto di prigionia, il libro è un viaggio umano e poetico tra le donne detenute, dove la scrittrice scopre nuove forme di solidarietà e di libertà interiore. La prigione diventa un luogo di introspezione e di rinascita, dove la dignità femminile resiste nonostante tutto.

Il filo di mezzogiorno viene pubblicato per la prima volta nel 1969 e oggi è riproposto in una splendida edizione moderna; questo romanzo è una delle opere più intime di Sapienza. Attraverso il racconto della terapia psicoanalitica affrontata dopo un grave esaurimento, la scrittrice mette a nudo il rapporto tra memoria, identità e scrittura. Il filo di mezzogiorno è una discesa nel profondo della mente, ma anche un atto di coraggio e di rinascita.

Leggere Goliarda Sapienza significa confrontarsi con una voce autentica e ribelle, che non teme di dire la verità e di sfidare le convenzioni. Le sue parole, potenti e delicate insieme, parlano di libertà, amore e dignità.


Bibliografia – Libri disponibili in biblioteca

“Ogni individuo ha il suo segreto che porta chiuso in sé fin dalla nascita, segreto di profumo di tiglio, di rosa, di gelsomino, profumo segreto sempre diverso sempre nuovo unico irripetibile…”

Goliarda Sapienza, tratta da Il filo di mezzogiorno