“Lettere dal carcere” è una raccolta delle lettere scritte da Antonio Gramsci durante la sua lunga detenzione nelle carceri fasciste, tra il 1926 e il 1937. Arrestato dal regime di Mussolini nonostante l’immunità parlamentare, Gramsci fu incarcerato con l’obiettivo esplicito di “impedire a quel cervello di funzionare per vent’anni”.
Le lettere, indirizzate a familiari, amici e compagni di partito, sono un documento umano e intellettuale straordinario. In esse si intrecciano riflessioni politiche, analisi filosofiche, osservazioni culturali, oltre a un intenso e toccante affetto per la famiglia, soprattutto per i figli e la cognata Tatiana Schucht, che si prese cura di lui per anni.
Quest’opera non è solo un atto di resistenza morale e intellettuale, ma anche una testimonianza di profonda umanità e sensibilità. Gramsci, costretto all’isolamento e a gravi sofferenze fisiche, continua a pensare, a scrivere, a educare, lasciando un’eredità che andrà ben oltre la sua morte.
“Lettere dal carcere” è considerato uno dei testi più significativi della letteratura del Novecento italiano e un pilastro del pensiero critico e marxista.
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