Il sovversivo, pubblicato per la prima volta nel 1975 da Corrado Stajano, è un’opera di denuncia civile che ricostruisce la vita e la tragica morte di Franco Serantini, un giovane anarchico pestato a morte dalla polizia durante una manifestazione antifascista a Pisa il 5 maggio 1972.
Attraverso una narrazione rigorosa e coinvolgente, Stajano ripercorre non solo le ultime ore di Serantini, ma anche il suo percorso umano: un ragazzo cresciuto tra orfanotrofi, marginalità e bisogno di riscatto, fino all’impegno politico e ideale. Arrestato durante gli scontri, Franco viene brutalmente picchiato e lasciato senza cure in carcere. Morirà due giorni dopo per le lesioni subite.
Ma Il sovversivo è molto più di una biografia. È un’indagine sulle istituzioni, sulla giustizia, sulla memoria e sull’indifferenza collettiva. È un atto d’accusa contro uno Stato incapace di proteggere i suoi cittadini più fragili e una società che spesso guarda altrove.
Scritto con lo stile sobrio e partecipe tipico del miglior giornalismo narrativo, il libro di Stajano è diventato un classico della letteratura civile italiana, testimonianza di una ferita profonda e di un’epoca (gli anni di piombo) in cui la violenza politica e la repressione segnavano drammaticamente la vita pubblica.
Ancora oggi, Il sovversivo interroga il lettore su che cosa significhi davvero giustizia, e su quale sia il costo umano dell’indifferenza delle istituzioni e della società.
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